Il restauro del Baglio Pilo

L’area su cui insiste il Baglio Pilo, nel bacino idrogeografico del Torrente San Vincenzo-Vallone della Grazia, nei secoli XV-XVII ricadeva all’interno di una vasta piantagione di canna da zucchero ed era occupata da una torre e da alcuni edifici, che erano in stretta relazione con il trappeto scoperto di recente in alcuni settori della sottostante catacomba. Tra gli edifici adiacenti alla torre alcuni erano destinati alle operazioni di cottura del succo estratto dalle canne macinate nel trappeto; altri fungevano da magazzini e da locali per ospitare gli operai, altri ancora erano stalle per il ricovero degli animali impiegati nel funzionamento del trappeto e nel trasporto del raccolto e del prodotto finito.
Il Baglio ebbe un grande rinnovamento dei locali grazie all’intervento della famiglia La Grua Talamanca, cui si deve anche il grande corpo di fabbrica dove oggi sorge la sede museale.
Il progetto di recupero del baglio ha previsto il consolidamento dei paramenti murari e di parte delle fondazioni dell’edificio, la realizzazione della nuova copertura lignea, di pavimenti e pareti isolate termicamente, e di nuovi impianti. Per poter verificare integralmente lo stato del pavimento esistente rispetto alla sottostante struttura delle catacombe, si è ritenuto necessario eseguire un’analisi georadar, che ha dato conferma dei dati riportati negli scritti del Salinas riguardo al settore sottostante il Baglio e sotto l’asse viario SS113.

LA TORRE CINQUECENTESCA,
OGGI PROPRIETÁ PRIVATA

L’esecuzione di nuovi saggi di scavo ha riportato in luce all’interno del Baglio una cisterna dal profilo “a campana” del XIX secolo e all’esterno, in adiacenza alla parete sud del fabbricato, una mangiatoia in cemento del XX secolo.
A fronte dei 9000 mq di superficie cimiteriale sotterranea, di cui circa 1500 visitabili dal pubblico, il Baglio con l’allestimento museale dei suoi ambienti oltre a migliorare la fruizione delle catacombe, offre ai visitatori l’opportunità di conoscere meglio la storia del territorio di Carini attraverso i risultati della ricerca archeologica.
L’ esposizione di reperti interessanti e l’ausilio delle nuove tecnologie audio-visive permetteranno a ciascun visitatore di usufruire di un’esperienza unica e coinvolgente.