Il territorio comunale di Carini è costellato da numerose ed importanti evidenze archeologiche databili tra l’Età Paleolitica ed il Medioevo. Tale densità e continuità di insediamenti fu certamente determinata dalla possibilità di svolgere attività economiche variegate, praticabili tra la fertile piana costiera, ricca d’acqua, e l’estremità occidentale dei Monti di Palermo, che delimitano la pianura e le cui pareti rocciose, ricche di grotte e ripari, documentano la più antica linea di costa. La favorevole collocazione geografica, associata ad idonee condizioni morfologiche, ha favorito il passaggio di importanti tracciati viari, che garantirono alla zona una certa vitalità (economica, politica, culturale, religiosa etc.). In età romana la via Valeria e la sua variante per maritima loca ebbero il loro punto di snodo a Villagrazia di Carini, in prossimità delle catacombe paleocristiane. Queste furono il cimitero dell’abitato tardoantico e medievale di contrada San Nicola conosciuto già da prima del 1873, quando fu rinvenuto da Giuseppe De Spuches, principe di Galati, il famoso mosaico che da allora è noto con l’appellativo “Galati”.
L’insediamento di San Nicola è identificabile con la statio di “Hykkara” lungo la via Valeria, menzionata dall’Itinerarium Antonini, un itinerario di età romana, e con la sede vescovile citata nelle epistole di Papa Gregorio Magno. Collegato a questo importante centro fu il sito Baglio di Carini, luogo di approdo in età tardoantica e medievale. Si riferiscono molto probabilmente all’abitato in contrada S. Nicola i geografi arabi al-Muqqadasi (fine X secolo) e al-Idrisi (XII secolo). Quest’ultimo, oltre a decantare il territorio fertile e ricco d’acqua, localizza la terra (sito di San Nicola) ai piedi della rocca su cui sorge “una fortezza nuova” (il castello). Un tratto della fortificazione normanna, contemporanea ad al-Idrisi, fu rinvenuta nel 1998, nell’ambito dei lavori di restauro del castello di Carini.
In un’area immediatamente a Sud dell’insediamento tardoantico e medievale di San Nicola, da cui la separa il vallone San Vincenzo, sono stati rinvenuti ambienti databili tra X ed XI secolo da connettere all’insediamento di cui parlano gli arabi al-Muqqadasi e al-Idrisi e che furono probabilmente collegati con i resti islamici che si impostano sul sito tardoantico di San Nicola.